L’ecografia, anche chiamata Ultrasonografia o Ecotomografia (ETG) è una metodica di imaging non invasiva che si basa sull’utilizzo degli ultrasuoni (US), cioè onde sonore, onde meccaniche elastiche longitudinali ad alta frequenza, quindi non udibili dall’orecchio umano, capaci di propagarsi tra i vari materiali in modo differente a seconda delle caratteristiche del substrato che incontrano, e quindi di trasformarsi in seguito all’interazione con la materia.
Gli ultrasuoni utilizzati in campo diagnostico sono creati da apposite sonde (trasduttori) contenenti particolari materiali (cristalli di quarzo, materiali artificiali,…) che possiedono proprietà piezoelettriche, cioè la capacità di “entrare in vibrazione” quando sottoposti ad impulsi elettrici, e sono quindi proiettati sotto forma di fascio collimato sull’area corporea da esaminare. Ogni tessuto corporeo possiede una propria specifica “resistenza” al passaggio degli ultrasuoni (impedenza acustica), dipendente dalla sua densità, composizione e dalle forze di coesione delle molecole che lo compongono, cosicché a livello delle interfacce, cioè nei punti di passaggio tra tessuti con impedenza diversa, si verifica il fenomeno della riflessione, per cui parte del fascio torna indietro come un eco (da qui il nome eco-grafia) alla sonda che l’ha generato, parte prosegue ulteriormente in profondità, viene cioè trasmessa ai tessuti sottostanti. Dal momento che l’energia del fascio riflesso è proporzionale alla differenza di impedenza acustica a livello dell’interfaccia, quindi alle caratteristiche dei tessuti con cui ha interagito, essa porta con sé informazioni che, convertite in segnali elettrici ed elaborate graficamente in scala di grigi consentono di ricostruire e rappresentare la morfologia delle strutture esaminate su di un monitor.
Il fatto che la propagazione degli ultrasuoni dipende dalle caratteristiche strutturali dei tessuti che attraversano, e che, in particolare, avvenga meglio e più velocemente nei liquidi, rende conto del perché i tessuti molli si prestano in maniera particolare allo studio ecografico, data la loro composizione per la massima parte rappresentata da acqua, a differenza delle ossa, compatte e con scarso contenuto in acqua, che pertanto non sono esaminabili agevolmente con questa metodica (vedi radiologia).
L’ecografia pertanto consente uno studio dettagliato di:
L’ecografia non viene invece routinariamente utilizzata per le patologie legate al tratto gastrointestinale (stomaco, intestino e colon), pur potendo fornire informazioni in casi selezionati.
Solo alcune tipologie di ecografie necessitano di preparazione:
ECOGRAFIA ADDOME COMPLETO – APPARATO URINARIO (RENI E VESCICA)
L’esame va effettuato a digiuno di almeno 12 ore, per ridurre o annullare fenomeni di meteorismo (gas intestinale) che ridurrebbero la visibilità degli organi addominali, ed evitare la contrazione della colecisti (indotta dagli alimenti, specie grassi) che ne impedirebbe la visualizzazione e lo studio del contenuto. Qualora l’esame sia programmato di mattina, effettuare una cena leggera, NON effettuare colazione con latte o caffè né ingerire cibi solidi, se lo si gradisce bere solo un succo di frutta o bevande zuccherate (non gassate)i; nel caso di esami programmati nel pomeriggio, la mattina può essere effettuata una colazione leggera, a pranzo ingerire esclusivamente frutta e/o bevande zuccherate (non gassate), NON bere caffè, rimanere a digiuno per almeno le successive 5-6 ore.
NON SOSPENDERE EVENTUALI TERAPIE.
L’esame si effettua con la vescica piena, quindi si raccomanda di non urinare nelle 2 ore precedenti l’esame e bere almeno mezzo litro di acqua (non gassata) mezz’ora prima dell’esame (a seconda delle proprie abitudini). Il segno del giusto riempimento vescicale è rappresentato dalla comparsa di stimolo ad urinare.
ECOGRAFIA ADDOME INFERIORE – VESCICA – PELVI
L’esame si effettua con la vescica piena, quindi si raccomanda di non urinare nelle 2 ore precedenti l’esame e bere almeno mezzo litro di acqua (non gassata) mezz’ora prima dell’esame (a seconda delle proprie abitudini). Il segno del giusto riempimento vescicale è rappresentato dalla comparsa di stimolo ad urinare.
In caso di esame eseguito per problemi ginecologici l’ideale è programmare l’esame subito alla fine del ciclo mestruale (entro il 7-10° giorno del ciclo).
ECOGRAFIA PROSTATICA TRANSRETTALE
L’esame si effettua con la vescica piena, quindi si raccomanda di non urinare nelle 2 ore precedenti l’esame e bere almeno mezzo litro di acqua (non gassata) mezz’ora prima dell’esame (a seconda delle proprie abitudini). Il segno del giusto riempimento vescicale è rappresentato dalla comparsa di stimolo ad urinare.
L’esame richiede che l’ampolla rettale sia completamente vuota. Per questo 3-4 ore prima dell’esame può essere praticato un clistere. In alternativa, la sera prima o la mattina stessa, è possibile utilizzare una supposta di glicerina.
L’ecografia viene effettuata ponendo la sonda (trasduttore) a diretto contatto con la pelle del paziente, mediante l’interposizione di un sottile film liquido (gel) al fine di migliorare la trasmissione degli US ed evitare la presenza di aria.
La posizione del paziente varia in base al distretto corporeo da esaminare, generalmente in decubito supino con successivi ulteriori decubiti sui fianchi nel caso dell’ecografia addominale, esclusivamente decubito supino con mento ben alto per lo studio della tiroide, o con braccia distese sopra il capo nel caso delle mammelle, oppure semplicemente ponendo la sede dell’esame (braccia, gomito, mano, gamba, caviglia, piede,…) su di un supporto comodo in modo da renderne possibile la adeguata valutazione.
In caso di esami relativi all’apparato osteoarticolare o muscolo-scheletrico può essere richiesto di effettuare movimenti durante l’esecuzione (esame dinamico).
L’ecografia prostatica transrettale viene eseguita con una apposita sonda endorettale, inserita col paziente in decubito prono, ovvero sul fianco sinistro.
L’ecografia, qualunque sia il distretto corporeo esaminato, è un esame indolore; solo qualora venga effettuato su un’area infiammata vi può essere una leggera sensazione fastidio legata al contatto della sonda sulla superficie corporea.
L’ecografia è in generale un esame sicuro, indolore e non invasivo per il quale non esistono controindicazioni all’esecuzione.
Solo l’ecografia transrettale della prostata ha come uniche controindicazioni la presenza di emorroidi sanguinanti o ragadi anali.
La durata è molto variabile e dipende dal tipo di esame da effettuare. Solitamente varia da un minimo di 5 minuti a un massimo di 15 minuti (per esami più complessi come l’ecografia transrettale).
Quando ci si reca a sostenere l’esame, occorre portare con sé: le prescrizioni del proprio medico o specialista, la tessera sanitaria; gli esami precedenti, se disponibili, per consentire eventuali confronti.
Il referto, salvo diverse indicazioni da parte della Direzione, può essere ritirato immediatamente dopo l’esecuzione dell’esame, compatibilmente coi tempi tecnici di elaborazione e refertazione.
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